Molto spesso, chi vuole imparare il pianoforte, ma non ha ancora acquistato lo strumento, è combattuto da un eterno dilemma:
meglio prendere un pianoforte verticale o un pianoforte a coda?
Escludendo i casi in cui la scelta risulta praticamente obbligata verso un pianoforte verticale per ragioni di spazio, cerchiamo di chiarire le idee a chi ha la possibilità di custodire in casa tanto un pianoforte verticale quanto un pianoforte a coda ma che, combattuto nello scegliere, non riesce a risolvere il dubbio.
Cominciamo col dire che la maggior parte dei pianoforti verticali sono dotati di un pedale posto al centro, chiamato sordina: è denominato così perché mette in sordo le corde mediante un panno che si interpone tra i martelletti e le corde stesse. Il risultato è un suono flebile e ovattato.
Per chi vive in condominio, questo pedale permette di studiare il pianoforte anche in orari poco consoni al vivere civile. Secondo me, uno strumento non può essere studiato a mezzo servizio, pianoforte in primis! In effetti, pur ammettendo di volersi solo “sgranchire le dita” con la sordina abbassata, la tecnica pura non può assolutamente prescindere dal suono, che deve essere prodotto in modo naturale, con tutta pienezza.
Trovo, quindi, il pedale di sordina un mezzo inutile (se non dannoso) al fine di apprendere il pianoforte in modo serio.
La differenza principale tra il pianoforte verticale e quello a coda è sicuramente l’ampiezza sonora e dunque la timbrica. Difatti, il pianoforte a coda viene usato nei concerti non soltanto per fattori estetici, ma soprattutto perché questo tipo di pianoforte consente, grazie alla sua voluminosa cassa armonica, di raggiungere le orecchie di chi sta in fondo alla platea…
Da non sottovalutare poi il fattore “scappamento” e “doppio scappamento“.
Per spiegare in modo semplice il meccanismo dello scappamento, fa’ questo esperimento su un pianoforte verticale:
- Premi un tasto qualsiasi e tienilo abbassato
- Alza di poco il tasto che hai appena abbassato
- Ripremi in modo repentino a metà altezza
Noterai che su un pianoforte verticale, quando vai a premere di nuovo il tasto, non viene prodotto alcun suono.
In ogni caso, nel momento in cui tieni abbassato un tasto, il meccanismo dello scappamento permette al martelletto di ritornare nella sua posizione di riposo (dopo aver colpito le corde), pronto a ri-azionarsi ogni qual volta quel tasto verrà abbassato di nuovo. Se provi a fare il medesimo esperimento su un moderno pianoforte a coda, noterai che, se abbassi il tasto a partire da mezza altezza, il suono viene regolarmente prodotto. Infatti, i pianoforti a coda utilizzano il doppio scappamento.
Ti assicuro che suonare un pianoforte che utilizzi il meccanismo del doppio scappamento facilita di molto l’apprendimento e l’esecuzione della tecnica, dei passaggi rapidi, delle note ribattute, ecc.
Per concludere, possiamo quindi affermare che la scelta di acquistare un pianoforte a coda rappresenta sempre la migliore delle soluzioni.
Se sei nuovo nel mondo degli 88 tasti e cominci ad avvicinarti per la prima volta allo strumento, allora l’acquisto di un buon pianoforte verticale può comunque essere una valida alternativa ai fini della tua iniziazione pianistica.
Da evitare i pianoforti digitali che, oltre a non avere ovviamente il doppio scappamento, producono un suono scarso e mai del tutto fedele alle magnificenze del variegato suono naturale prodotto dalle corde “fisiche“.
Come diceva il pittore russo Kandinskij:
“Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde”.
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